Libro: METODOLOGIE DI SUPPORTO ALLA DIDATTICA COLLABORATIVA

 

La didattica collaborativa può essere considerata un approccio generale declinato in differenti metodologie specifiche, ciascuna delle quali può sviluppare le sue potenzialità soprattutto grazie al supporto delle tecnologie.
Alcuni metodi collaborativi, infatti, sarebbero ininfluenti senza la
possibilità degli studenti di interagire e collaborare tra loro grazie a strumenti che permettano la comunicazione e aiutino l’organizzazione dei flussi.
Le metodologie didattiche, al netto della loro sinergia con gli strumenti tecnologici, rimangono tuttavia i veri fattori che impattano sull'apprendimento e aumentano l’efficacia dell’insegnamento.

3. Peer Tutoring

3.1. Esempio di attività didattica

Di seguito illustriamo un’attività didattica realizzata dalla classe 1°F scuola secondaria di primo grado Leonardo Da Vinci, all’interno della quale una studentessa prende parte dalla sua abitazione, a causa di una patologia invalidante.

L’attività ha portato alla realizzazione di una sezione del blog di classe contenente carte di identità «soggettive» degli studenti.

 

Livello scolare

I destinatari di questa attività sono studenti della classe 1 della scuola secondaria di primo grado.

Competenze

  1. Conoscere e comunicare i propri desideri e le proprie aspirazioni;
  2. Collaborare con i compagni;
  3. Insegnare e apprendere con un proprio pari.

Obiettivi

Realizzare una carta di identità con indicatori «soggettivi» in formato virtuale.

Area disciplinare

Interdisciplinare

Fase 1

Quattro studenti della classe che già conoscevano l’utilizzo della piattaforma di Wordpress, tra i quali l’allieva a distanza, hanno allestito un blog.

Un esperto esterno ha insegnato in videoconferenza alla classe e all’allieva a distanza come creare la categoria «carte di identità della classe», cercando di evidenziare il metodo con il quale si insegna a svolgere operazioni di editing sul blog della classe.

Fase 2

La docente ha fornito in formato cartaceo un modello di carta di identità agli studenti, che hanno compilato i campi. Tra gli indicatori da inserire, erano compresi elementi soggettivi quali pregi, difetti e aspirazioni.

Fase 3

In videoconferenza, la studentessa a distanza ha insegnato ai compagni come trasferire in un’immagine virtuale la propria carta di identità realizzata in cartaceo.

Nella stessa lezione, uno dei compagni «esperti», utilizzando la LIM, ha insegnato ai compagni come caricare le immagini sul blog.

Fase 4

Supportati dai quattro studenti che già sapevano inserire post nel blog di classe, i compagni hanno dapprima, a turno, trasposto in formato virtuale le proprie carte di identità e, in seguito, caricato le immagini delle stesse all’interno del blog della classe, inserendole nella categoria «Carte di Identità».

Elementi peculiari della metodologia nell’attività

Il peer tutoring emerge chiaramente nelle attività delle differenti fasi in cui i quattro allievi esperti supportano i loro compagni nella realizzazione e  gestione delle attività.

Il peer tutoring può trovare un ampio spazio applicativo nel contesto dell’attività didattica ospedaliera in cui studenti più grandi o esperti sull’uso di strumenti o su contenuti specifici possono supportare i compagni che devono ancora acquisire delle competenze specifiche.