Libro: LA CONDIZIONE PSICOLOGICA DELLO STUDENTE E DELLA FAMIGLIA

 

Il vissuto di malattia determina notevoli ripercussioni sullo stato fisico, emotivo e relazionale del bambino/ragazzo. In particolare, è utile comprendere quali sono i possibili effetti cognitivi ed emotivi provocati dalla patologia e dai ricoveri ospedalieri.
Anche le famiglie, di fronte alla malattia di un figlio, mostrano peculiari modalità relazionali e reattive all’evento, anche in base alla tipologia del legame affettivo e allo stile di attaccamento che caratterizza quel nucleo familiare.
La scuola può contribuire ad arginare lo sconvolgimento della vita familiare, mantenendo la continuità di un’area fondamentale in età evolutiva.

4. La malattia e il percorso di crescita

La malattia si inserisce nel percorso evolutivo come interferenza reale alle possibilità di crescita e di realizzazione personale favorendo la manifestazione di alcuni effetti non positivi e di seguito se ne riportano alcuni.

Fissazione e regressione

E’ possibile osservare in molti bambini/ragazzi aspetti di fissazione e/o di regressione, per cui si stabilizzano modalità relazionali primarie rispetto agli adulti, in genere in alcune aree: se diffuse, mantengono una condizione di rilevante dipendenza e limitano l’accesso a nuove esperienze sul piano dell’apprendimento e della socializzazione.

 Allo stesso tempo l’essere inevitabilmente confrontato con i limiti e la precarietà della condizione umana sollecita nel bambino/ragazzo riflessioni e consapevolezze molto avanzate rispetto ai coetanei, sancendone così una differenza interiore. Si configura così un quadro di disarmonia evolutiva: il “piccolo filosofo”, che dispensa “perle di saggezza”, è incapace di affrontare esperienze semplici di autonomia.

La patologia come identità personale

L’imperniarsi sulla patologia del processo di costruzione dell’identità personale, che perde tutte le sfumature di originalità ed unicità individuale per appiattirsi sulla condizione clinica di patologia, con le sue caratteristiche definite: la malattia diventa allora il proprio “biglietto da visita”.

I vantaggi secondari

I “vantaggi secondari”, cioè tutto un insieme di facilitazioni e di privilegi, che inducono una profonda modificazione della qualità del rapporto con le normali figure di riferimento e disturbano i processi di integrazione: se sono dilaganti, da un lato il bambino/ragazzo è lasciato libero di imperversare tirannicamente e di agire la rabbia, dall’altro non gli viene richiesto alcun impegno o sforzo, per cui è privato dell’assunzione della propria responsabilità personale e viene totalmente giustificato.