Libro: LE PATOLOGIE
Di seguito saranno presentate alcune delle patologie che
implicano un’ospedalizzazione
prolungata, le problematiche organiche e psicologiche
connesse ai diversi tipi di patologia, per passare infine alle procedure
e agli
strumenti diagnostici e/o terapeutici più comunemente utilizzati.
Tali patologie
verranno affrontate sia da un punto di vista clinico, sia indagando le
conseguenze fisiche e psicologiche ad
esse correlate e le procedure adottate per contrastarle.
5. Problematiche connesse alle patologie
5.3. Problematiche organiche delle patologie che comportano un’immunosoppressione
Nelle patologie che necessitano di terapia immunosoppressiva le problematiche organiche sono rappresentate sia dai sintomi della malattia che dagli effetti dei farmaci immunosoppressori utilizzati.
I sintomi delle malattie autoimmuni possono essere sia sistemici (febbre) che locali, dipendenti dal tipo di patologia. Tra i sintomi locali, per esempio, nell’artrite reumatoide prevalgono i dolori alle piccole articolazioni con impotenza funzionale mentre nel LES, l’eritema “a farfalla” del viso può essere il primo segno di malattia.
Nell’aplasia midollare i sintomi di più frequente riscontro sono: emorragie cutanee e mucose, infezioni con febbre, astenia e, nell’anemia di Fanconi sono presenti anche alterazioni scheletriche.
Tra gli effetti collaterali dei farmaci immunosoppressori quello più comune e temuto è l’aumentato rischio infettivo.
Le problematiche organiche derivanti dalle procedure che comportano un’immusoppressione sono legate al tipo di trapianto.
- Nel trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche, i problemi organici sono legati alla chemioterapia e/o radioterapia aplastizzanti, utilizzate nel “regime di condizionamento”.
- Nel trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche, le problematiche organiche sono legate sia alla terapia aplastizzante del regime di condizionamento che alla terapia immunosoppressiva impiegata per evitare la graft-versus host disease (GVHD).
Nei trapianti d’organo i problemi sono legati sia al tipo di intervento chirurgico che alla terapia immunosoppressiva utilizzata per evitare il rigetto dell’organo trapiantato.