Libro: ASPETTI METODOLOGICI

 
Progettare l’attività didattica in ospedale implica tenere in considerazione una molteplicità di aspetti, a cui solitamente un docente pone particolare attenzione, ma che nel contesto specifico sono ulteriormente gravati dalle condizioni dell’ospedalizzazione. 
Così diventa più pregnante l’età dello studente e di specifici bisogni educativi.
Cosi come importante risulta l’atteggiamento del docente nella progettazione e conduzione dell’intervento didattico.

1. La personalizzazione degli interventi

Per lo studente ospedalizzato la scuola garantisce la possibilità di mantenere il contatto con la quotidianità della vita fuori dall’ospedale, in modo da difendere la progettualità di un percorso di vita e il collegamento con le  attività che i propri compagni stanno svolgendo in classe: tutto ciò fornisce sicurezza e conforto, crea una motivazione in più che induce alla collaborazione con il personale sanitario ed aiuta i genitori nell’accettare e seguire le terapie.

Gli studenti in ospedale sono ospitati in reparti situati fisicamente a piani diversi a seconda della loro patologia, hanno provenienza geografica differente, raramente frequentano la stessa classe dello stesso indirizzo di scuola; per di più, con la personalizzazione dei curricula, anche se si hanno due o tre ragazzi coetanei che frequentano lo stesso indirizzo di studi, non accade quasi mai che le programmazioni siano condivisibili; le varie patologie comportano anche una diversa attenzione allo stato fisico dello studente, al suo eventuale affaticamento, ai controlli diagnostici (che ovviamente hanno la precedenza) ed ai protocolli terapeutici a cui essi vengono sottoposti. 

E’ indispensabile, quindi, procedere con un approccio individualizzato e personalizzato, sfruttando in particolare i momenti in cui le condizioni di salute sono favorevoli; nella programmazione si deve prevedere la possibilità di dover interrompere le lezioni per alcuni periodi, se le condizioni cliniche non permettono la frequenza scolastica. 

Come garantire, in un simile contesto, il successo formativo? 

Una prima importante risposta ci viene dalle parole di Jaques Delors: “L'educazione deve, per così dire, offrire simultaneamente le mappe di un mondo complesso in perenne agitazione e la bussola che consenta agli individui di trovarvi la propria rotta”. 


Per raccogliere la sfida educativa contenuta in questa affermazione il docente ospedaliero deve essere capace di programmare sapientemente contenuti, tempi, spazi, strategie che consentano allo studente di raggiungere le competenze fondamentali del curricolo (le mappe per interpretare la realtà) e, nel contempo, offrire percorsi diversificati che offrano all'alunno l'occasione di esplorare ed esprimere i suoi personali talenti (la bussola che consentirà di trovare la rotta). Perché questo lavoro di progettazione sia realmente fruttuoso, è bene che il docente ospedaliero tenga sempre presente che la sua azione non parte da zero,  ma che il suo intervento si inserisce in un processo formativo già in atto, processo che potrebbe aver subito modifiche e rallentamenti causati dalla patologia.